La sfida della Kek sul clima
Risposta alla proposta politica dell'Unione europea sui cambiamenti climatici per il 2030
La Kek, la Conferenza delle Chiese Europee invita il Consiglio europeo «ad essere più ambizioso nelle decisioni che compongono le future politiche climatiche ed energetiche dell'Unione europea». Questo è sottolineato nella lettera che è stata inviata dalla Kek ai responsabili dell’Unione Europea in vista della prossima riunione del Consiglio europeo, che dovrebbe adottare decisioni sul futuro delle politiche climatiche degli stati membri fino al 2030. «La proposta di ridurre le emissioni di Co2 del 40% entro il 2030 rivela aspirazioni minime a rimanere in pista sul tema nei decenni successivi, e quindi possiamo aspettarci comunità vulnerabili che dovranno affrontare una significativa sofferenza », sottolinea la lettera, che si riferisce al risultato della decima Assemblea della rete cristiana europea ambientale che si è tenuta a Balatonzsárszó (Ungheria) dal 27 settembre al 1 ottobre 2014.
«Noi crediamo che la giustizia sia una dimensione inseparabile dalle considerazioni sul cambiamento climatico» sottolinea il documento, e quindi «una risposta giusta ed equa ai cambiamenti climatici richiede che sia pressa in considerazione la sofferenza di chi è vittima di tali mutamenti, che solitamente ha contribuito meno di altri attori a produrre».
Nel considerare il complesso rapporto tra economia e il cambiamento climatico, la lettera sottolinea che «le ambizioni economiche e l’obiettivo insito nella natura umana di consumare e possedere di più non ci deve impedire di promuovere politiche efficaci per la lotta ai cambiamenti climatici. In particolare, chiediamo all'Unione Europea di ritirare gli investimenti nei combustibili fossili».
Le chiese in Europa esortano l'Unione Europea a continuare a svolgere un ruolo di primo piano nel processo di negoziazione sul clima in collaborazione con le Nazioni Unite alla luce del meeting mondiale di Parigi 2015. La conferenza di Parigi mirerà all'adozione di un accordo globale sulla lotta ai cambiamenti climatici, che dovrebbe, secondo la Kek, includere «obiettivi equi e vincolanti nelle politiche climatiche» per tutte le parti coinvolte.
Nel cercare una risposta ai cambiamenti climatici l'Unione Europea deve sviluppare misure per ispirare e coinvolgere i cittadini» sottolinea la lettera. «Il cambiamento climatico è il risultato di una mentalità disfunzionale che richiede un consumo sempre crescente nelle nostre famiglie, e quindi anche se la scienza e la tecnologia svolgono un ruolo significativo nel rispondere ai cambiamenti climatici, non ci si può basare solo su di esse. Affrontare le questioni etiche, educando e coinvolgendo le persone, risultano i temi chiavi dei programmi sul clima».
Un numero crescente di chiese in Europa è attivamente coinvolto nel sostenere un approccio di peso per la protezione dell'ambiente, promuovendo il disinvestimento in combustibili fossili, riducendo le emissioni di anidride carbonica, lavorando per un basso utilizzo di carbonio. «La Rete cristiana europea dell'ambiente e la Conferenza delle chiese europee si impegnano ad affrontare il cambiamento climatico e esortano l'UE a prendere decisioni ambiziose al momento di formulare le future politiche climatiche», conclude la lettera.
Articolo tratto da Riforma - settimanale delle chiese evangeliche Battiste, Metodiste e Valdesi