Decalogo dello sport sostenibile
Ecco dieci semplici consigli per praticare lo sport all'insegna della sostenibilità, rispettando innanzitutto l'ambiente che ci circonda:
1) Bere: è di fondamentale importanza reidratare il nostro corpo in virtù dello sforzo fisico compiuto nella pratica sportiva, ma è preferibile farlo non con bottiglie d'acqua di plastica od integratori, piuttosto con una borraccia portata da casa, riempita con acqua di rubinetto oppure un the (tiepido, zuccherato o con magari con un pizzico di sale) od una limonata. Recupereremo lo stesso i sali necessari, risparmieremo dal punto di vista economico e diminuiremo la quantità complessiva di rifiuti da smaltire.
2) Alimentazione: Un piatto di pasta prima dell'attività fisica è molto più conveniente e nutriente di una barretta energetica, oltre ad inquinare di meno. Stesso discorso alla fine dell'attività sportiva. Per recuperare al meglio, specie dopo un movimento piuttosto intenso, meglio assumere cibi caldi e liquidi o frutta, piuttosto che una pizza o una bistecca. Anche in questo caso la filiera corta aiuta. L'ideale è poi scegliere cibi e bevande di stagione.
3) Integratori: A parte il discorso etico, relativo al doping, si tratta di prodotti da evitare in quanto composti chimici, spesso frutto di filiere complesse e ad alto impatto ambientale.
4) Igiene personale: pessima abitudine, specie per chi frequenta le palestre, quella di lasciare le docce aperte o di passarci parecchio tempo sotto: tutto ciò infatti è causa di uno spropositato consumo di acqua e di energia.
5) Indumenti: se non si suda molto o i vestiti non si sporcano più di tanto, è preferibile riutilizzarli almeno in un'altra occasione, piuttosto che sottoporli ogni volta ad un ciclo di lavaggio.
6) Impianti sportivi: sarebbe bene praticare sport in infrastrutture realizzate, ad esempio, in base ai più moderni canoni di bioedilizia ed efficienza energetica (la piscina olimpionica di Pechino ne è un esempio). Sarebbe bene chiedere informazioni al riguardo ai gestori degli impianti e, eventualmente, proporgli delle soluzioni sostenibili che potrebbero prendere in considerazione in vista di future ristrutturazioni.
7) Attività all'aria aperta: meglio respirare aria pura e, ad esempio, correre all'aperto, piuttosto che su un tapis roulant all'interno di una palestra. Ricordiamoci, però, di non trasformare l'ambiente che ci circonda in pattumiere a cielo aperto, sporcando o abbandonando rifiuti.
8) Organizzazione degli eventi sportivi: dovrebbe avvenire anch'essa all'insegna della sostenibilità, ad esempio organizzando un sistema di trasporto ecologico per partecipanti e spettatori, producendo il minor numero possibile di rifiuti (accordi con i fornitori di alimenti, sponsor, comunicazione, ecc.) e raccogliendoli in maniera differenziata (magari privatamente, dimostrando di avere maggiore attenzione al problema piuttosto che affidarsi al Comune, per cui di solito il principio è "sporco, pago la tassa, spesso basta e chissene"), predisponendo un corretto utilizzo dell'energia elettrica e penalizzando i concorrenti in caso di comportamenti non eco sostenibili (l'esempio è la Maratona delle Dolomiti di ciclismo, che squalifica quanti buttano cartacce e/o borracce durante il percorso).
9) Materiali: è la partita della sostenibilità più difficile da giocare e vincere, visto che il 90% di tute, scarpini, racchette, ecc. proviene da filiere così lunghe e complesse che è praticamente impossibile ricostruirne l'impronta ambientale e, cosa non da poco, anche sociale. Utilizzare materiale sportivo proveniente da prodotti riciclati sarebbe davvero egregio.
10) Non fare niente: la seconda parte del Libro Bianco dello Sport, pubblicato recentemente dal CONI, ha calcolato che ridurre i sedentari presenti in Italia di circa 200.000 unità (1% della popolazione inattiva) genererebbe un risparmio del sistema sanitario nazionale di 80 milioni di euro l'anno. Oltre a ciò, un'attività fisica praticata costantemente migliora l'efficienza energetica di ognuno, riducendo la pigrizia, la possibilità di ammalarsi e l'utilizzo di energia esterna per le attività quotidiane (spostamenti, riscaldamento casalingo, utilizzo di macchinari specifici per le piccole operazioni quotidiane come salire le scale, spostare, spremere, portare pesi...).